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Garlasco, l'sms di Paola Cappa e il martello ritrovato

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L'arma con cui è stata uccisa Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco non è mai stata trovata.

Quello che le sentenze, nei lunghi processi che hanno portato alla condanna in via definitiva a 16 anni di carcere dell'allora fidanzato Alberto Stasi per il delitto, hanno escluso con certezza è che l'arma possa essere il martello che manca dalla villetta di via Pascoli. Elementi di cui bisognerà tener conto alla luce del ritrovamento di un martello e di altri attrezzi da lavoro trovati in un canale a Tromello, non lontano da Garlasco, su cui a breve inizieranno gli accertamenti dei carabinieri di Milano incaricati dalla procura di Pavia di effettuare le nuove indagini sul caso.

Un ritrovamento a quasi 18 anni dal caso che impone prudenza: gli oggetti recuperati dopo aver dragato l'area potrebbero non aver a che fare con il delitto - sebbene siano stati trovati nella zona indicata da un nuovo testimone - e se si esclude la possibilità di trovare tracce biologiche utili bisognerà utilizzare tecniche più complesse per riuscire a capire da quanto l'oggetto sospetto sia rimasto sul fondale melmoso. Il primo passo è sicuramente un confronto fotografico dell'oggetto recuperato che potrebbe essere riconosciuto oppure no da Giuseppe Poggi, il quale era stato piuttosto preciso nel descrivere l'arnese.

"Il martello che dovrebbe mancare rispetto a quello che vi consegno - mette a verbale il padre della vittima ai carabinieri - si presentava con il manico leggermente più sottile e corto di alcuni centimetri, mentre la parte metallica si presentava con "la coda di rondine" di minor spessore e rettilinea in modo da rendere possibile estrarre chiodi di minor dimensione e le due 'alette' erano più lunghe e con l'interspazio sempre conico ma più rettilineo".

Una descrizione che per nulla si concilia per la perizia del medico legale, né con le sentenze per cui il martello scomparso non ha "le caratteristiche di alcune delle lesioni riscontrate" sulla ventiseienne. E se un martello "da muratore" resta l'arma più compatibile con la ferita, non si può escludere che l'oggetto contundente usato per colpire sia più di uno. Gli oggetti finiti nell'elenco sono diversi: una stampella, un calzascarpe, un paio di forbice oppure un taglierino, fino all'attizzatoio da camino di cui parla (per poi ritrattare) un altro testimone.

L'SMS

"Mi sa che abbiamo incastrato Stasi". È uno dei 280 messaggi che - secondo quanto riferisce il settimanale Giallo - sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 e per il quale l'allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Si tratta di messaggi "inviati anni fa da Paola Cappa a un suo amico di Milano". La cugina della vittima non è mai stata indagata.

 

I verbali di Stefania Cappa: "Quattro giorni dopo il delitto Stasi disse 'ho paura di non trovare lavoro'"
Intanto la sorella di Paola, Stefania Cappa, torna a essere tra i nomi più chiacchierati della nuova indagine, ma a quasi 18 anni di distanza contro di lei non c'è un solo elemento d'accusa. Nei quattro verbali resi ai carabinieri la giovane, oggi avvocata specializzata in diritto sportivo, spiega ogni dettaglio di quel 13 agosto 2007, il suo rapporto con la vittima, l'amicizia con Alberto Stasi e la famosa foto lasciata insieme alla sorella Paola (la stampa le ribattezza le 'gemelle K') davanti alla villetta di via Pascoli a Garlasco.

Oggi, dopo che le rivelazioni di un altro testimone sembrano indirizzarsi senza forza sulla pista familiare, le sue parole - verificate dagli inquirenti - mettono a tacere possibili calunnie e forse l'odio social. Nei verbali, a partire dal giorno del delitto, Stefania Cappa ricostruisce il rapporto quasi quotidiano, nell'ultimo mese, con la cugina ventiseienne, l'ultimo incontro il venerdì 10 agosto e la promessa presa al telefono di vedersi il pomeriggio del 13 agosto 2007. Un incontro che non ci sarà. Quel lunedì mattina "dalle ore 7 alle 9.20 ho studiato diritto penale e dalle ore 9.30 alle ore 10.15 sono stata a telefono con la mia amica: ho ripreso a studiare sino alle successive 11.30, ho pranzato e sono andata in piscina (alle 12-12.15) sino alle 15 con il mio amico". Una vita normale - mentre la sorella è immobilizzata a letto per un intervento alla gamba - interrotta dalla notizia che Chiara Poggi è morta. Tra i dettagli raccontati la vacanza in Inghilterra, dove Chiara raggiunge Alberto, e la confidenza della cugina che "Alberto guardava cose pornografiche".

Una conoscenza, quella tra Stefania Cappa e Alberto Stasi che risale ai "tempi del liceo" ma che resta solo superficiale: "non ci sono mai state circostanze di incontri comuni neanche in occasioni formali come quella della sua laurea. In tutto ho incontrato Stasi poche volte, anche in compagnia di Chiara è accaduto di rado".

Il 7 febbraio 2008 Stefania Cappa viene risentita dai carabinieri di Vigevano e ricorda quando il 17 agosto 2007 - quattro giorni dopo l'omicidio della cugina - è rimasta in una stanza insieme a Stasi in attesa di essere ascoltata. Un incontro immortalato con tanto di video e abbraccio tra i due. "In quel contesto gli ho chiesto se sapeva se Chiara avesse degli spasimanti che Chiara avesse respinto e lui mi ha risposto: 'assolutamente no'" riferisce la cugina della vittima.

"Sempre mentre eravamo in attesa io gli ho anche chiesto di raccontarmi cosa fosse successo la mattina del 13 agosto. Lui mi ha fatto il racconto che poi ho letto ha reso anche nei verbali agli inquirenti. Io ricordo di avergli chiesto 'perché hai fatto una cosa così?' riferendomi al fatto che nei corsi del 118 la prima cosa che ci insegnano è l'autotutela e quindi per me era una imprudenza scavalcare il muretto ed entrare in casa, avendo trovato il cancello chiuso e non ricevendo risposta da Chiara" aggiunge. "Comunque mi sembrava strano che avendo avuto l'impeto di entrare non si fosse poi avvicinato a Chiara. Lui non mi ha risposto, dicendo che era sotto shock, poi si è messo a piangere e ha aggiunto che aveva paura che nessuno studio di commercialista l'avrebbe più preso a lavorare".

(Anf/Adnkronos)

ISSN 2465 - 1222
15-May-2025 19:13

TAG: chiara poggi, garlasco, caso garlasco, paola cappa, stefania cappa, gemelle k, omicidio garlasco, alberto stasi

15 Maggio
Autore
Dini Federico

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